Risultati trimestrali e andamento del titolo
Nvidia ha chiuso il secondo trimestre fiscale 2026 (Q2 2025) con un fatturato di circa 46,7 miliardi di dollari, in crescita del 56% su base annua. Nonostante questo, il titolo ha registrato un leggero calo in borsa a causa di aspettative elevate e incertezze sui mercati esteri.
Il segmento Data Center ha contribuito con 41,1 miliardi di dollari, leggermente sotto le previsioni degli analisti ma comunque in forte espansione. Questo dato conferma il ruolo centrale delle infrastrutture per l’intelligenza artificiale nelle prospettive di crescita dell’azienda.
L’azienda ha annunciato anche un riacquisto di azioni proprie per 60 miliardi di dollari, rafforzando il proprio impegno verso gli azionisti. Alcuni analisti, tuttavia, hanno sottolineato la difficoltà di mantenere ritmi di crescita così elevati nei prossimi trimestri.
L’attenzione resta alta sulla capacità di Nvidia di diversificare i propri mercati e rispondere a eventuali limiti imposti all’export, soprattutto verso la Cina, che rappresenta ancora un nodo critico per il settore.
I chip Rubin e la nuova generazione
I nuovi chip Rubin e Vera, rispettivamente GPU e CPU, sono già in fase di produzione presso TSMC e arriveranno in volumi nella seconda metà del 2026. Si tratta della nuova architettura che sostituirà Blackwell, attualmente al centro delle vendite.
Secondo la roadmap aziendale, Rubin sarà seguito da Rubin Ultra nel 2027 e da Feynman nel 2028. Questi progetti dimostrano un ciclo costante di innovazione che punta a mantenere Nvidia in posizione di leadership assoluta nel settore.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo si stanno concentrando non solo sulla potenza di calcolo, ma anche sull’efficienza energetica e sull’integrazione con sistemi di robotica e automazione. Il modulo Jetson AGX Thor, ad esempio, è pensato come cervello per robot di nuova generazione.
Palantir, CoreWeave e altre realtà emergenti
Il 2025 ha visto una forte ascesa di aziende come Palantir e CoreWeave. Palantir ha guadagnato oltre il 100% dall’inizio dell’anno, anche se da agosto ha perso parte del suo valore massimo. La società continua a puntare sui dati e sulla loro organizzazione per sviluppare applicazioni AI avanzate.
CoreWeave, invece, è emersa come fornitore di servizi cloud specializzati in GPU Nvidia. Dopo un rialzo spettacolare fino a giugno, il titolo ha subito una correzione a seguito della scadenza del lock-up post-IPO. Nonostante ciò, resta una delle realtà più seguite nel settore AI cloud.
Accanto a queste aziende si segnalano anche i progressi di AMD, Broadcom, Qualcomm, ARM e Marvell, tutte impegnate nella produzione di chip orientati all’intelligenza artificiale. In particolare, Broadcom fornisce soluzioni personalizzate a colossi come Google e Meta.
Il mercato mostra quindi una competizione crescente tra produttori di chip tradizionali e nuovi player cloud. La capacità di integrare hardware e servizi in un’offerta completa sarà decisiva per distinguersi nei prossimi anni.
Questa varietà di protagonisti testimonia come l’ecosistema AI non sia più dominato da poche grandi aziende, ma stia evolvendo verso una rete di attori interconnessi.
Il ruolo del cloud computing
Gli investimenti delle big tech nei data center sono una delle principali forze trainanti del settore. Meta, Microsoft, Amazon e Google hanno speso quasi 100 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre in infrastrutture dedicate.
La crescita del cloud non riguarda solo la capacità di calcolo, ma anche lo sviluppo di architetture in grado di supportare AI generativa e servizi basati su modelli linguistici avanzati. Le entrate di Microsoft e Google nel cloud hanno superato le attese, mentre Amazon ha mostrato dati più contenuti.
Accanto a questi giganti, Oracle ha beneficiato del proprio coinvolgimento in progetti legati all’AI, registrando un aumento significativo delle proprie entrate. Anche Arista Networks ha avuto una crescita sostenuta, grazie alla fornitura di infrastrutture di rete per data center.
Modelli di business nel software
Le aziende software stanno affrontando la sfida di monetizzare l’intelligenza artificiale. Dopo i primi tentativi con i copiloti, l’attenzione si è spostata verso agenti autonomi in grado di svolgere compiti complessi.
Palantir, Snowflake e Databricks guidano il settore della gestione dei dati, essenziale per l’addestramento dei modelli AI. Al contrario, società come Salesforce e ServiceNow hanno subito cali significativi nel 2025, segno di un mercato in trasformazione.
La difficoltà principale rimane il modello di licenze “per seat”, che rischia di ridursi se l’AI porterà a una diminuzione della forza lavoro. Alcuni report evidenziano come i CIO privilegino ancora l’ottimizzazione dei costi rispetto a nuove spese per software AI.
Le strategie di Meta e l’impatto sull’AI
Meta ha guadagnato oltre il 25% nel 2025 e ha rafforzato la propria posizione nel settore grazie a un investimento massiccio in Scale AI. L’obiettivo è migliorare la qualità dei dati utilizzati per l’addestramento dei modelli linguistici.
L’azienda ha introdotto anche l’app Meta AI, integrata con il modello Llama 4, che offre chatbot e funzioni di ricerca. Questi sviluppi rientrano in una strategia che punta a integrare l’intelligenza artificiale in ogni aspetto della piattaforma.
Secondo i dirigenti, le aree di crescita riguardano pubblicità, social media, messaggistica e nuovi dispositivi connessi, tra cui soluzioni di spatial computing. Meta punta così a coniugare hardware, software e contenuti in un unico ecosistema.
Prospettive per Apple e altri attori
Apple ha vissuto un 2025 più difficile, con il titolo in calo dell’8%. Nonostante la presentazione delle nuove funzionalità di Apple Intelligence, le attese degli analisti restano concentrate sul debutto dell’iPhone 17.
Secondo indiscrezioni, l’azienda potrebbe acquisire startup innovative per recuperare terreno nel settore AI. L’eventuale ingresso di Perplexity, per esempio, potrebbe rafforzare l’offerta in ambito di ricerca e assistenti vocali.
Parallelamente, OpenAI e Anthropic continuano a espandersi con valutazioni miliardarie. Questo dimostra come il mercato sia in continua trasformazione, con nuovi protagonisti pronti a ridefinire gli equilibri globali dell’intelligenza artificiale.