L’oro vola oltre 3.700 dollari nuovi massimi storici

Lingotti d’oro ed euro

Oro sopra i 3.700 dollari un record che segna la storia

Il mercato dell’oro ha vissuto una giornata memorabile, con i prezzi che hanno superato la soglia psicologica dei 3.700 dollari l’oncia, segnando un nuovo massimo storico. Il metallo prezioso continua a dimostrarsi un punto di riferimento per gli investitori, capace di resistere alle oscillazioni dei mercati finanziari globali e di mantenere intatta la sua immagine di bene rifugio.

Il prezzo spot si è attestato intorno ai 3.692 dollari con una crescita dello 0,35%, mentre i futures di dicembre hanno toccato i 3.725,70 dollari, arrivando fino a un massimo intraday di 3.737,42 USD. Numeri che testimoniano la forza del trend rialzista in corso e la fiducia che gli operatori ripongono nelle prospettive di ulteriore crescita.

La dinamica è strettamente legata alla debolezza del dollaro, che ha perso terreno contro le principali valute internazionali. La correlazione inversa tra oro e biglietto verde non è nuova: più la valuta americana si indebolisce, più il metallo prezioso tende a brillare sui mercati. In questo contesto, l’oro si conferma una delle asset class più performanti del 2025, con guadagni che superano il 40% dall’inizio dell’anno.

A dare slancio al rally contribuiscono anche le attese per la riunione del FOMC, dove è previsto un nuovo taglio dei tassi di interesse. Le politiche monetarie accomodanti aumentano l’attrattiva dell’oro, riducendo i rendimenti reali dei titoli obbligazionari e spingendo gli investitori a cercare protezione in strumenti alternativi.

Il ruolo del dollaro e i riflessi sul mercato valutario

Il Dollar Index, barometro che misura la forza del biglietto verde rispetto a un paniere di valute, è sceso a 97,05 punti. Questo arretramento ha dato spazio a un rafforzamento dell’euro, che ha superato quota 1,18 USD, un livello che non si vedeva da tempo.

Il deprezzamento del dollaro è il risultato di una combinazione di fattori: dati macroeconomici deboli, in particolare sul fronte occupazionale, e la prospettiva di tassi più bassi negli Stati Uniti. Una miscela che apre nuove prospettive per l’oro, rendendolo ancora più competitivo come riserva di valore.

Le previsioni delle banche e degli analisti

Commerzbank ha rivisto al rialzo le sue proiezioni sul prezzo del metallo giallo, stimando una media di 3.600 dollari entro fine 2025 e 3.800 dollari entro il 2026. Si tratta di un aggiornamento significativo rispetto alle previsioni precedenti, segno che la forza dell’attuale rally non viene considerata passeggera.

Gli esperti ritengono che i prossimi mesi vedranno ulteriori tre tagli ai tassi di interesse, per un totale di 75 punti base, mentre nel 2026 potrebbero seguire altre riduzioni per circa 125 punti. Questo scenario di tassi bassi sostiene direttamente la domanda di oro, considerato più attraente rispetto agli asset tradizionali a reddito fisso.

Secondo alcuni osservatori, il contesto economico globale sta favorendo un ritorno strutturale dell’oro come bene centrale nei portafogli, non solo come strumento di copertura, ma anche come asset di crescita. Una tendenza che potrebbe consolidarsi se i mercati continueranno a vivere fasi di instabilità.

Domanda globale e acquisti istituzionali

Non sono soltanto i piccoli risparmiatori a rivolgersi al metallo prezioso. Fondi istituzionali, ETF e banche centrali hanno aumentato gli acquisti, contribuendo a rafforzare ulteriormente la domanda. Questo fenomeno amplia le basi del rally e rende il movimento meno legato alla pura speculazione.

Anche la gioielleria e il settore tecnologico stanno beneficiando di una crescita della richiesta, seppur in misura minore rispetto ai canali finanziari. L’espansione della domanda reale contribuisce a consolidare il trend di lungo periodo.

I fattori globali che influenzano le quotazioni

Le tensioni geopolitiche, l’incertezza sui dati di inflazione e i rendimenti reali in calo sono tutti elementi che alimentano la corsa dell’oro. In momenti di instabilità, il metallo prezioso si conferma il bene rifugio per eccellenza.

La sua resilienza è rafforzata dal fatto che, a differenza delle valute o di altri asset, non è legato al rischio di default o a politiche economiche nazionali. Un punto di forza che rende l’oro un pilastro nelle strategie di diversificazione.

Scenari futuri e possibili correzioni

Gli analisti concordano che l’oro potrebbe puntare ai 3.800 dollari nei prossimi 12-18 mesi, con prospettive addirittura superiori se le condizioni macroeconomiche dovessero mantenersi favorevoli. Il rally in corso non sembra vicino a esaurirsi.

Tuttavia, non mancano i rischi di correzioni: un rafforzamento inatteso del dollaro o decisioni meno accomodanti da parte della Federal Reserve potrebbero innescare movimenti ribassisti di breve termine. In ogni caso, la traiettoria di fondo resta orientata al rialzo.

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