Oracle crescita record nel cloud con previsioni fino al 2030

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Un rally senza precedenti per Oracle

Le azioni di Oracle hanno vissuto una delle giornate più eclatanti nella storia recente della Borsa americana. In poche ore il titolo ha messo a segno un incremento superiore al 30%, spingendo gli indici azionari verso nuovi massimi. Questo movimento non è stato un fuoco di paglia, ma il risultato di mesi di lavoro strategico e di una domanda crescente di infrastrutture legate all’intelligenza artificiale.

L’aumento della capitalizzazione ha portato Oracle a sfiorare i 900 miliardi di dollari di valore di mercato. Numeri che fino a qualche anno fa sembravano impossibili per un gruppo che, pur essendo un pilastro storico del software, era visto come meno dinamico rispetto ai nuovi protagonisti del cloud. L’effetto domino ha rafforzato l’idea che l’azienda stia vivendo una seconda giovinezza.

Gli investitori hanno premiato soprattutto la solidità dei contratti in portafoglio. Oracle ha infatti comunicato di avere già firmato accordi per centinaia di miliardi di dollari, che rappresentano ricavi futuri ancora da contabilizzare. Questo backlog ha dato fiducia a chi teme oscillazioni troppo repentine, rendendo più tangibile la traiettoria di crescita.

Non meno importante è stato l’impatto sulla percezione del marchio. Da realtà associata principalmente ai database tradizionali, Oracle si è trasformata in un attore di riferimento nel settore cloud e AI, capace di attrarre partner di altissimo livello e di conquistare posizioni che fino a pochi anni fa sembravano appannaggio esclusivo dei colossi nati nel web.

Accordi miliardari e partnership strategiche

A trainare il rally non sono state solo le previsioni, ma soprattutto i contratti già firmati. Nel primo trimestre fiscale l’azienda ha siglato quattro accordi multimiliardari con grandi clienti internazionali. Questi impegni hanno fatto impennare le obbligazioni residue di prestazione a oltre 450 miliardi di dollari, un record che testimonia la fiducia riposta nella società.

Tra i partner figurano realtà di primo piano del settore tecnologico e industriale, interessate a integrare le soluzioni Oracle per gestire carichi di lavoro complessi e progetti di lungo respiro. Alcune di queste intese riguardano l’iniziativa Stargate, un’infrastruttura di nuova generazione che promette di rivoluzionare la capacità di calcolo globale.

Prospettive di crescita oltre le attese

Le previsioni annunciate dalla società hanno superato le stime degli analisti. Oracle si aspetta che il suo business nel cloud infrastructure cresca del 77% già nel 2025, arrivando a circa 18 miliardi di dollari di ricavi.

La traiettoria non si ferma qui: entro il 2030 la società punta a raggiungere quota 144 miliardi di dollari di fatturato annuo solo dal segmento cloud. Una cifra nettamente più alta rispetto alle attese di Wall Street, che stimavano circa 90 miliardi nello stesso arco temporale.

Questa visione di lungo termine evidenzia la volontà di cavalcare appieno l’espansione dell’intelligenza artificiale, con investimenti costanti in infrastrutture e data center dedicati. Oracle intende diventare il partner di riferimento per aziende e startup che vogliono sfruttare appieno il potenziale dell’AI.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Il boom della domanda di intelligenza artificiale ha rappresentato il fattore determinante per l’attuale rally. Sempre più aziende necessitano di potenza di calcolo e infrastrutture scalabili per sviluppare modelli generativi e applicazioni avanzate. Oracle ha saputo intercettare questa esigenza proponendosi come fornitore solido e affidabile.

Il posizionamento non riguarda solo la capacità tecnica, ma anche la strategia multicloud, che consente ai clienti di integrare Oracle con piattaforme come AWS, Google Cloud e Microsoft Azure. Questo approccio flessibile ha reso i servizi più appetibili e ha accelerato l’adozione a livello globale.

Investimenti e sfide infrastrutturali

Per sostenere una crescita così rapida, Oracle sta pianificando investimenti imponenti nei propri data center. Si parla di oltre 30 miliardi di dollari destinati a potenziare le strutture esistenti e ad aprirne di nuove in aree strategiche del mondo. L’obiettivo è garantire capacità di calcolo continua, supportando le richieste sempre più pressanti del mercato AI.

Le sfide non mancano: reperire componenti hardware come GPU in grandi quantità è un ostacolo non trascurabile. A ciò si aggiungono i costi energetici e la necessità di ridurre l’impatto ambientale delle nuove infrastrutture. La capacità di gestire queste criticità determinerà il successo futuro.

Uno sguardo al futuro

Il percorso intrapreso da Oracle mostra chiaramente la volontà di ritagliarsi un ruolo di protagonista nella trasformazione digitale. Con un portafoglio contratti da record, previsioni di crescita superiori alle attese e una strategia di investimento mirata, l’azienda sembra pronta a consolidare la sua posizione.

Resta da vedere se il mercato globale saprà mantenere un ritmo di espansione tale da sostenere queste stime ambiziose. Ma l’attuale scenario fa pensare che il futuro del cloud e dell’AI avrà proprio Oracle tra i suoi principali attori.

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