Solidità patrimoniale, crescita gestionale e contesto regolatorio
UBS ha riportato un utile netto di 2,4 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2025, più del doppio rispetto all’1,14 miliardi dello stesso periodo del 2024, superando le stime degli analisti (circa 2,045 miliardi). Il risultato è stato sostenuto da un’impennata delle entrate da trading e dal buon andamento della gestione patrimoniale. I ricavi totali si sono attestati a circa 12,11 miliardi, leggermente sotto le previsioni di 12,45 miliardi.
Il risultato ante imposte core è aumentato del 25%, confermando la forza dei business principali: i ricavi di global markets sono cresciuti del 25%, quelli derivanti da transazioni nella gestione patrimoniale sono aumentati del 12%. Inoltre, il CET1 – indice di solidità patrimoniale – si è mantenuto robusto, ad almeno il 14,4 %, con un RoCET1 sottostante pari al 15,3 %. UBS ha inoltre completato 0,5 miliardi di buyback azionari e punta a un ulteriore programma fino a 2 miliardi.
Integrazione Credit Suisse e strategie future
Il processo di fusione con Credit Suisse procede secondo i piani: un terzo dei conti dei clienti in Svizzera è già migrato. Le sinergie hanno prodotto tagli ai costi per 9,1 miliardi di dollari, pari al 70 % del risparmio previsto. UBS ha anche disattivato oltre 1 000 applicazioni e spento metà dei server per ottimizzare l’efficienza operativa.
Il contesto internazionale resta incerto: UBS si oppone alle proposte regolatorie svizzere che richiederebbero fino a 24 miliardi di dollari di capitale aggiuntivo per rischi esteri. Il CEO Ermotti ha sottolineato che non prevede azioni preventive in attesa del completamento della consultazione, attesa entro settembre, con possibili effetti dal 2027.
Afflussi patrimoniali e dinamiche regionali
Nel primo semestre del 2025, la divisione Global Wealth Management ha attratto 54,8 miliardi di dollari di nuovi afflussi netti, di cui 23,3 miliardi solo nel secondo trimestre. La crescita è stata trainata dall’Asia (11,1 miliardi), seguita da EMEA (9,1 miliardi) e Svizzera (7 miliardi), nonostante deflussi per 3,5 miliardi dagli USA per motivi fiscali stagionali.
UBS sta anche rafforzando la sua presenza negli Stati Uniti, mirando a servire clienti con patrimonio tra 500 000 e 5 milioni di dollari, mantenendo al contempo il focus su ultra-high-net-worth individuals. L’obiettivo è consolidarsi come uno dei principali wealth manager a 5 trilioni di dollari di AUM.
Scenario di mercato e prospettive
Il trimestre si è aperto con mercati azionari in crescita (circa +30 % dai minimi di aprile) e un dollaro debole, favorendo le performance di UBS. Tuttavia, UBS prevede una normalizzazione delle attività di trading e transazionali nel terzo trimestre.
L’atteggiamento degli investitori rimane prudente: la banca rileva che, nonostante maggiore liquidità, non c’è ancora piena fiducia per strategie più aggressive. L’impatto dei dazi internazionali e l’inflazione potrebbero moderare i consumi e l’appetito per il rischio nei prossimi mesi.