Spread ai livelli più bassi dal 2005
Il rendimento dei BTP decennali italiani si è avvicinato in modo sorprendente a quello dei titoli francesi, con lo spread sceso per la prima volta sotto i 10 punti base dal 2005. Un risultato che ha sorpreso analisti e operatori di mercato.
La dinamica è stata osservata a metà agosto 2025, con i BTP al 3,56% e gli OAT francesi al 3,45%. Successivamente, la forbice si è leggermente allargata, ma resta su livelli storicamente bassi.
Per comprendere la portata dell’evento basta ricordare che appena tre anni fa lo spread Italia-Francia viaggiava attorno ai 200 punti base, riflesso di una fiducia molto più contenuta nei confronti del debito italiano.
I fattori dietro la convergenza
Gran parte del restringimento deriva dall’aumento dei rendimenti francesi, che spiegano circa l’88% della variazione, mentre il restante 12% è legato al miglioramento della percezione sull’Italia.
Secondo osservatori internazionali, la prudenza fiscale adottata da Roma ha contribuito a rendere il debito italiano relativamente più stabile, bilanciando i rischi percepiti in passato.
L’impatto sui conti pubblici
Le stime attuali indicano che l’Italia potrebbe riportare il deficit pubblico sotto la soglia del 3% già nel 2026, un anno prima rispetto alle richieste europee. Questo obiettivo è supportato da entrate fiscali in crescita.
Nei primi sei mesi del 2025 le entrate sono aumentate di 33,8 miliardi di euro, con un incremento pari all’8,4%. Si tratta di un segnale di rafforzamento della base fiscale e di maggiore solidità dei conti.
La Francia, invece, si muove in direzione opposta: le previsioni per il 2026 stimano un deficit vicino al 5,7%, evidenziando un divario crescente nelle traiettorie di finanza pubblica.
Le reazioni degli analisti
Vari report di banche d’affari e agenzie di rating hanno messo in evidenza che la riduzione dello spread non è da considerarsi un fenomeno temporaneo. Al contrario, viene interpretata come un segnale strutturale di maggiore equilibrio.
Alcuni analisti sottolineano tuttavia che il vero test arriverà con l’evoluzione dei mercati internazionali: shock esterni o nuove turbolenze globali potrebbero ancora modificare i rendimenti.
Un cambio di scenario per l’Eurozona
Se la tendenza dovesse proseguire, i BTP potrebbero acquisire un ruolo di riferimento paragonabile, se non superiore, a quello dei titoli francesi, cambiando gli equilibri di lungo periodo.
Per i mercati globali si tratterebbe di una svolta storica: dal lancio dell’euro, infatti, i titoli italiani non avevano mai goduto di una percezione di solidità così vicina a quella d’Oltralpe.