Monte dei Paschi rilancia con una proposta più ricca
Monte dei Paschi di Siena ha rilanciato la propria offerta su Mediobanca introducendo una componente in contanti di 0,90 € per azione, per un impegno totale di circa 750 milioni €. Questa scelta ha trasformato un’operazione inizialmente tutta in azioni in una formula mista, che combina titoli e liquidità, con l’obiettivo di rendere la proposta più convincente per i soci. Il nuovo corrispettivo valorizza Mediobanca a circa 20,776 € per azione, cancellando lo sconto che penalizzava la prima versione e offrendo ora un leggero premio rispetto ai valori di Borsa.
L’integrazione in contanti è stata accolta come un segnale di solidità e determinazione, capace di stimolare l’adesione di investitori storici e istituzionali. Secondo le analisi, la nuova offerta consente di guadagnare l’11,4 % in più rispetto ai valori precedenti al lancio e offre agli azionisti la certezza di una componente liquida immediatamente monetizzabile. Contestualmente, MPS ha abbassato la soglia minima di adesione dal 66,67 % al 35 %, considerata irrinunciabile, aprendo così a maggiori possibilità di successo anche senza un consenso plebiscitario.
Azionisti e nuove adesioni rafforzano l’operazione
Dopo l’adesione iniziale di Delfin e del gruppo Caltagirone, che insieme detengono quasi il 29 % del capitale di Mediobanca, sono arrivati altri conferimenti significativi. La società Plt della famiglia Tortora ha portato l’1,1 %, mentre la cassa previdenziale dei medici Enpam ha aggiunto circa il 2 % e la holding Edizione dei Benetton ha messo sul piatto un altro 2,2 %. Questi ingressi hanno portato le adesioni complessive oltre il 34 %, rafforzando notevolmente il fronte favorevole all’operazione.
Non meno rilevante è l’orientamento di Enasarco, che con il suo 2,52 % potrebbe spingere il Monte oltre il 36 %. Questo livello di partecipazione conferma che il rilancio ha convinto una parte crescente di soci, disposti a puntare su una prospettiva industriale che mira a unire la tradizione del retail di MPS con la forza del corporate banking e del wealth management di Mediobanca. L’operazione non appare quindi come un semplice passaggio finanziario, ma come un progetto di integrazione con ambizioni di lungo periodo.
Il mercato guarda alla soglia del 50 per cento
Il traguardo più atteso è il superamento della soglia del 50 % più un’azione, che darebbe a Monte dei Paschi la possibilità di assumere il pieno controllo della governance di Mediobanca. Questo consentirebbe di utilizzare in modo più efficiente i crediti d’imposta differiti (DTA) stimati in 2,9 miliardi, con un impatto positivo di circa 500 milioni l’anno sui conti. Inoltre, con la maggioranza assoluta si aprirebbe la strada per incidere anche sulle delibere straordinarie, rafforzando la stabilità del progetto.
La direzione del Monte stima sinergie annue fino a 700 milioni €, distribuite tra aumento dei ricavi e riduzione dei costi. In particolare, si punta a sfruttare la complementarità tra la rete di sportelli tradizionali di MPS e le attività ad alto margine di Mediobanca, come il private banking, la consulenza finanziaria e il corporate lending. L’unione potrebbe così dare vita a un nuovo polo bancario nazionale, in grado di competere con i principali player già consolidati.
Reazione dei mercati e prossime scadenze
La reazione di Piazza Affari è stata prudente. Le azioni MPS hanno perso tra il 2,4 e il 3 %, mentre Mediobanca ha segnato un calo compreso tra l’1,8 e il 2,8 %. Una correzione che, secondo gli analisti, riflette in parte la necessità di assorbire la notizia e in parte l’incertezza sulla reale capacità di raggiungere la soglia del controllo. Tuttavia, il premio offerto rispetto ai valori di mercato continua a rappresentare un incentivo rilevante per gli azionisti indecisi.
Sul calendario restano date cruciali. L’offerta si chiuderà l’8 settembre alle 17:30, ma è già prevista una finestra di riapertura dei termini dal 16 al 22 settembre per eventuali ritardatari. Nel frattempo, giovedì si riunirà il consiglio di amministrazione di Mediobanca, che sarà chiamato a esaminare il rilancio e a dare una valutazione aggiornata dell’operazione. Sarà un passaggio determinante per capire l’orientamento dell’istituto e la reazione degli altri soci.
Solidità finanziaria e prospettive future
Il rilancio è stato reso possibile dai risultati positivi registrati da MPS nel 2025. Nel secondo trimestre la banca ha realizzato un utile netto di 479 milioni €, superiore alle previsioni, con ricavi in crescita del 4 % grazie a trading, margine di interesse e commissioni. Questi numeri hanno rafforzato la posizione patrimoniale e dato credibilità a un’operazione che richiede risorse consistenti.
Il CET1 pro-forma post-operazione è stimato intorno al 16 %, un livello che indica solidità e che si accompagna a una politica dei dividendi sostenibile, con un payout potenziale fino al 100 % dell’utile. In questo quadro, la prospettiva di sinergie annue fino a 700 milioni € appare più realistica, confermando l’idea che il matrimonio tra Siena e Piazzetta Cuccia non sia solo una manovra difensiva, ma un progetto con solide basi industriali e di lungo periodo.