Quadro generale
Nel secondo trimestre del 2025 l’occupazione nell’area dell’euro è aumentata dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, dopo il +0,2% del primo trimestre. Su base annua si registra un +0,6%, segno di un’economia che cresce con prudenza ma mantiene la capacità di assorbire forza lavoro. Per l’intera UE, la dinamica si è mantenuta in linea, mostrando un mercato del lavoro sostanzialmente stabile nonostante le incertezze macroeconomiche.
Secondo Eurostat, gli occupati complessivi nell’Unione sono circa 219,9 milioni, di cui 171,6 milioni concentrati nell’area dell’euro. Questi numeri rappresentano la fotografia di un mercato ancora in equilibrio, che riesce a reggere l’impatto di un contesto economico caratterizzato da crescita contenuta e da diversi squilibri settoriali.
La continuità del dato sull’occupazione è un elemento positivo: indica che, pur con un rallentamento della crescita economica, non si assiste a un deterioramento del mercato del lavoro. Per famiglie e imprese questa stabilità rappresenta un ancoraggio importante, che aiuta a mantenere la fiducia e a pianificare con maggiore serenità consumi e investimenti.
Dove l’occupazione è cresciuta di più
Le differenze tra paesi europei restano significative. Bulgaria ha segnato la crescita più marcata dell’occupazione (+1,1% sul trimestre), seguita da Spagna e Malta con +0,7%. Questi risultati si spiegano in parte con la dinamica di alcuni settori chiave: turismo, servizi digitali e costruzioni hanno sostenuto i livelli di occupazione in queste economie.
All’opposto, Lituania (-0,9%), Grecia e Croazia (-0,5% ciascuna) hanno registrato i cali più netti. La riduzione è legata anche a dinamiche stagionali e alla contrazione di comparti come l’industria manifatturiera e l’agricoltura. L’eterogeneità dei dati riflette come le economie europee restino legate a specificità locali, pur muovendosi in un quadro comune.
Ore lavorate e produttività
Il dato sulle ore lavorate conferma un quadro di stabilità: +0,1% nel trimestre, ma -0,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ciò suggerisce che, a fronte di una maggiore occupazione, il monte ore non cresce in proporzione. Molti nuovi impieghi riguardano infatti contratti part-time o settori dove la flessibilità oraria è più diffusa.
La produttività del lavoro, calcolata come rapporto tra PIL e occupazione, evidenzia un progresso: +0,8% per persona e +1,1% per ora lavorata nell’area euro. Si tratta di un segnale importante, perché indica che le imprese stanno riuscendo a produrre di più con le stesse risorse, migliorando l’efficienza. Questo fattore potrà diventare determinante per la competitività a livello internazionale.
Inoltre, l’andamento positivo della produttività compensa in parte la crescita moderata dell’occupazione, fornendo all’economia europea una base di solidità. Le imprese, pur contenendo l’espansione degli organici, sembrano concentrarsi sul rafforzamento dei processi e sull’innovazione, due leve che incidono direttamente sul miglioramento della produttività.
Leggere i numeri insieme al PIL
L’analisi congiunta di PIL e occupazione offre spunti preziosi. Nel secondo trimestre, i consumi delle famiglie e la spesa pubblica hanno sostenuto la crescita, mentre gli investimenti fissi lordi hanno inciso negativamente. Anche il commercio estero ha fornito un contributo sfavorevole, solo in parte bilanciato dall’accumulo delle scorte. Questo mix di fattori aiuta a spiegare la crescita contenuta ma ancora positiva dell’occupazione.
Il quadro evidenzia come il mercato del lavoro possa mantenersi dinamico anche con un PIL moderato, a condizione che la domanda interna resti vivace. Se i consumi continueranno a crescere e gli investimenti torneranno su un percorso positivo, il mercato del lavoro potrà beneficiare di spinte aggiuntive. Al contrario, un rallentamento ulteriore degli investimenti rischierebbe di frenare l’assorbimento di nuova manodopera.
Prospettive future
Guardando avanti, le prospettive dipenderanno molto dalla capacità delle economie europee di rafforzare innovazione e produttività. La sfida è conciliare una crescita inclusiva con la competitività, investendo in formazione e digitalizzazione. Questi aspetti sono già stati identificati come leve cruciali per consolidare i progressi occupazionali.
In sintesi, il mercato del lavoro europeo entra nella seconda metà del 2025 con un equilibrio fragile ma promettente: occupazione in crescita, ore lavorate stabili e produttività in risalita. La resilienza mostrata finora lascia intravedere la possibilità di un’evoluzione positiva, purché supportata da politiche economiche che favoriscano la qualità degli investimenti e la creazione di valore.