Spese scolastiche e affitti in crescita in Italia

Spese scolastiche in Italia

Un rientro a scuola tra rincari e bilanci familiari

Con il ritorno dalle vacanze estive, molte famiglie italiane devono fare i conti con spese scolastiche sempre più elevate. I libri di testo hanno registrato un aumento medio vicino al 2 % rispetto allo scorso anno, un rincaro che pesa soprattutto sulle scuole superiori.

A queste spese si aggiungono zaini, diari, quaderni e materiali vari che possono portare il costo complessivo a oltre 800 euro per studente, soprattutto se si scelgono marchi noti e prodotti griffati.

Le associazioni dei consumatori calcolano che, tra libri e corredo scolastico, la spesa media per ogni alunno possa superare i 1 300 euro all’anno, con incrementi tra il 3 % e il 5 % rispetto al 2024.

Il problema non riguarda solo le grandi città: anche nei centri più piccoli le famiglie avvertono l’aumento generalizzato, dovuto alla concentrazione editoriale e al ricambio frequente delle edizioni, che limita la possibilità di riutilizzare i testi.

Il peso degli affitti universitari

Gli studenti fuori sede devono affrontare un’altra sfida: il costo degli affitti nelle città universitarie. A Bologna, una stanza singola oggi costa in media oltre 650 euro al mese, con un aumento del 70 % rispetto a pochi anni fa.

Milano resta la città più cara con una media di oltre 730 euro per una singola, mentre a Firenze e Padova si superano spesso i 600 euro. Gli aumenti non risparmiano nessun polo universitario e incidono fortemente sui bilanci familiari.

Prezzi percepiti e valore reale

Oltre ai dati concreti, c’è un aspetto psicologico che amplifica la sensazione di caro-vita. Molti italiani percepiscono che “tutto costa troppo”, indipendentemente dalla propria situazione economica. Questo alimenta discussioni accese su beni quotidiani come il caffè, spesso proposto a prezzi in crescita.

Il dibattito si estende anche ad altri ambiti, come lo sport e lo spettacolo, dove i costi di trasferimenti o biglietti sono giudicati eccessivi da una parte e accettabili dall’altra.

La verità è che il prezzo di un bene o servizio nasce dall’incontro tra domanda e offerta: ciò che sembra sproporzionato a qualcuno può apparire ragionevole a chi ne trae un valore diverso. Questa discrepanza alimenta un malcontento diffuso, ma rappresenta anche il funzionamento naturale del mercato.

Inflazione e potere d’acquisto

Il contesto generale è reso più complesso dall’inflazione, che erode il potere d’acquisto delle famiglie. Anche se l’aumento dei prezzi rallenta rispetto al biennio 2022-2023, l’impatto sui bilanci resta evidente.

Ogni spesa quotidiana – dalla spesa alimentare agli abbonamenti ai trasporti – è percepita come più gravosa, contribuendo a una sensazione di impoverimento che accomuna molti nuclei familiari.

Prospettive e possibili soluzioni

Per alleggerire la pressione servono soluzioni concrete: maggiore ricorso al mercato dell’usato per i libri, agevolazioni per gli affitti studenteschi e più investimenti in alloggi pubblici destinati agli universitari.

Allo stesso tempo, la digitalizzazione dei testi e il potenziamento di formule di condivisione potrebbero contribuire a contenere i costi scolastici, permettendo a più famiglie di affrontare le spese senza dover rinunciare alla qualità dell’istruzione.

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